Il Senato ha approvato il Ddl 1146, un passo cruciale verso una regolamentazione nazionale dell’intelligenza artificiale (AI) in linea con il Regolamento UE 2024/1689. Scopriamo cosa prevede il testo e quali sono le implicazioni per i professionisti e i settori strategici.
Cosa prevede il Ddl 1146?
Il disegno di legge, composto da 6 Capi, mira a disciplinare l’uso dell’AI in Italia, promuovendo un approccio “corretto, trasparente e responsabile”, con un’attenzione particolare alla tutela dei diritti fondamentali e alla vigilanza sui rischi economici e sociali. Il testo passa ora all’esame della Camera.
I punti chiave del disegno di legge
Principi generali (artt. 1-6):
Promozione di un uso etico e antropocentrico dell’AI.
Vigilanza sui rischi per i diritti fondamentali e l’impatto sociale.
Settori strategici (artt. 7-16):
Sanità, lavoro, giustizia, professioni intellettuali, disabilità e Pubblica Amministrazione.
Professioni intellettuali (art. 12): l’AI può essere utilizzata solo come strumento di supporto, senza sostituire il pensiero critico umano. I professionisti devono informare i clienti in modo chiaro e trasparente sull’uso dell’AI, eventualmente con un’informativa firmata.
Governance e promozione (artt. 17-22):
Istituzione di autorità nazionali per la vigilanza.
Percorsi di alfabetizzazione e formazione sull’AI per i professionisti, organizzati dagli ordini professionali.
Possibilità di modulare l’equo compenso in base ai rischi e alle responsabilità legati all’uso dell’AI.
Tutela degli utenti e diritto d’autore (artt. 23-24):
Norme per garantire la trasparenza e la protezione dei diritti degli utenti.
Sanzioni penali (art. 25):
Introduzione di sanzioni per il mancato rispetto delle norme.
Disposizioni finanziarie (art. 26):
Copertura finanziaria per le misure previste.
Focus su professioni intellettuali e giustizia
Professioni intellettuali (art. 12):
L’AI deve rimanere uno strumento di supporto, senza sostituire il ruolo centrale del professionista.
Obbligo di informare i clienti in modo chiaro e trasparente sull’uso dell’AI.
Giustizia (art. 14):
L’AI può essere utilizzata solo per attività accessorie, come l’organizzazione dei servizi e la semplificazione del lavoro giudiziario.
Le decisioni su interpretazione della legge, valutazione delle prove e adozione di provvedimenti restano competenza esclusiva dei magistrati.
Novità per i lavoratori impatriati (art. 20)
Il requisito dell’elevata qualificazione per accedere ai benefici fiscali è esteso ai ricercatori che lavorano nel campo dell’AI.
La modifica non comporta oneri aggiuntivi per lo Stato, ma punta ad attrarre talenti nel settore tecnologico.
Prossimi passi
Il Ddl 1146 passa ora all’esame della Camera. Se approvato, rappresenterà un pilastro fondamentale per la regolamentazione dell’AI in Italia, con un impatto significativo su professionisti, imprese e settori pubblici. Restiamo in attesa degli sviluppi!
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